Emil Rodriguez Monegal

Borges
Una biografia letteraria

Un maestro moderno | Voce di vincenzo moretti

di Emir Rodriguez Monegal | Borges | Una Biografia Letteraria

Da queste premesse incontrovertibili dedusse che la Biblioteca è totale, e che i suoi scaffali registrano tutte le possibili combinazioni dei venticinque simboli ortografici (numero, anche se vastissimo, non infinito) cioè tutto ciò ch’è dato di esprimere, in tutte le lingue. Tutto: la storia minuziosa dell’avvenire, le autobiografie degli arcangeli, il catalogo fedele della Biblioteca, migliaia e migliaia di cataloghi falsi, la dimostrazione della falsità di questi cataloghi, la dimostrazione della falsità del catalogo autentico, […] la traduzione di ogni libro in tutte le lingue, le interpolazioni di ogni libro in tutti i libri.
Jorge Luis Borges, La biblioteca di Babele

borges e io

Gli Incipit

Tlön, Uqbar, Orbis Tertius
Debbo la scoperta di Uqbar alla congiunzione di uno specchio e di un’enciclopedia. Lo specchio inquietava il fondo d’un corridoio in una villa di via Gaona, a Ramos Mejia;  l’enciclopedia s’intitola ingannevolmente The Anglo-American Cyclopaedia (New York 1917), ed è una ristampa non meno letterale che noiosa dell’Encyclopaedia Britannica del 1902.
Il fatto accadde un cinque
anni fa. Bioy Casares, che quella sera aveva cenato da noi, stava parlando d’un suo progetto di romanzo in prima persona, in cui il narratore, omettendo o deformando alcuni fatti, sarebbe incorso in varie contraddizioni, che avrebbero permesso ad alcuni lettori a pochissimi lettori di indovinare una realtà atroce o banale. Dal fondo remoto del corridoio lo specchio ci spiava. Scoprimmo (a notte alta questa scoperta è inevitabile) che gli specchi hanno qualcosa di mostruoso. Bioy Casares ricordò allora che uno degli eresiarchi di Uqbar aveva giudicato che gli specchi e la copula sono abominevoli, poiché moltiplicano il numero degli uomini.

Interrogato sull’origine di questo detto memorabile, rispose che The Anglo-American Cyclopaedia lo registrava nell’articolo su Uqbar.

L’Immortale
A Londra, all’inizio del mese di giugno del 1929, l’antiquario Joseph Cartaphilus, di Smirne, offri alla principessa di Lucinge i sei volumi in quarto minore (1715-1720) dell’Iliade di Pope. La principessa li acquistò; e in quell’occasione scambiò qualche parola con lui. Era, ci dice, un uomo consunto e terroso, grigio d’occhi e di barba, dai tratti singolarmente vaghi. Si destreggiava con scioltezza e ignoranza in diverse lingue; in pochi minuti passò dal francese all’inglese e dall’inglese a una misteriosa mescolanza di spagnolo di Salonicco e portoghese di Macao.
Nell’ottobre, la principessa seppe da un passeggero dello Zeus che Cartaphilus era morto in mare, nel tornare a Smirne, e che l’avevano seppellito nell’isola di Ios. Nell’ultimo tomo dell’Iliade trovò questo manoscritto.

Borges e io

Che non passa più

La mia prima volta con Borges credo fosse Aleph, o forse Finzioni, non me lo ricordo. Forse Luca era nato già, o forse no, ma comunque il periodo era quello lì, 1982 – 1985, più o meno. Invece mi ricordo che fu una lettura faticosa. In quelle pagine c’era sicuramente qualche cosa che mi prendeva, però ero disorientato, capivo e non capivo, era come se non si addicessero alla tranquilla campagna umbra che avevamo scelto con i nostri amici per quei giorni di vacanza. 
Tornato al lavoro e alla città, per un bel po’ di tempo non ci pensai più, finché non incontrai la Biografia Letteraria di Emir Rodriguez Monegal e il mio rapporto con Borges e la sua opera cambiò per sempre. 
Fu come se fossi entrato nella vita e nella testa di questo scrittore fantastico, o come se lui fosse entrato nella mia, e con lui i coltelli, le tigri, i labirinti, i sogni, il tango. 
Cominciai a leggere i suoi libri uno dopo l’altro, ad amare la sua scrittura e le sue finzioni.  Il resto lo fecero le sue conversazioni con Osvaldo Ferrari, che non so quante volte ho letto e riletto sempre con meraviglia e affetto. La meraviglia che si era conquistato lo scrittore, l’affetto che si meritava l’uomo.
La febbre di Borges non mi è passata più, non mi passerà più. Come la mia gratitudine nei suoi confronti.

Piccola Biblioteca Scritte

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