DAVIDE, IL FASCINO DELLA SALITA

(LE PAROLE DI DAVIDE DURANTE LA CREAZIONE DELLE SUA SCARPA SCRITTA)

Ho iniziato ad andare in bicicletta nel 1980. Tutto è nato un po’ per caso quando ero in Germania. La mia prima bicicletta fu una “Bianchi”, io e il mio amico Giuseppe la comprammo qui a Caselle e la portammo in Germania. Iniziai ad andare in bici la domenica quando non lavoravo e gira oggi, gira domani, ho coltivato questa passione ed è rimasta nella mia vita.

Ho passato molto tempo in Germania, devo molto a quel paese, i primi anni sono stati duri, ma nei decenni successivi le cose sono andate molto meglio. (Qui c’è un documentario che racconta come vivevamo in Germania durante i primi anni della nostra emigrazione.)

Quando tornai qui, dopo gli anni ’80 e iniziai ad andare in bici le persone mi prendevano in giro, nessuno andava in bici. Questa cosa oggi suona un po’ strana, uscendo la domenica le nostre strade sono piene di ciclisti. I tempi sono decisamente cambiati, per fortuna.

Insieme a me diverse persone si sono appassionate nel tempo, questa è una cosa di cui vado fiero.

Conosco questo nostro territorio grazie alla bicicletta, amo andare sulla costa durante l’autunno, sulla costa di Maratea, nel Golfo di Policastro. In estate invece mi piace andare verso l’interno, verso Fortino, Casaletto, Rofrano, Laurito. Il mio record annuale è di 18.000km in un anno.

La bicicletta per me è un po’ come una “droga”, una droga buona ma è così. Non possono passare più di due giorni senza prendere la bicicletta. Mia moglie quando mi vede nervoso sa che è perché ho bisogno di andare in bici.

Sono affascinato dalla salita. Quando ho avuto la fortuna di scalare lo Stelvio è stata un’emozione tremenda. Chi va in bici ed è “malato” di bici, almeno una volta nella vita dovrebbe farla quella scalata.
Sono molto affezionato anche ad alcune vette della nostra terra Cilentana, come ad esempio la montagna del Gelbison, la amo, la scalo sempre volentieri.

Se devo pensare al mio campione di riferimento mi viene in mente innanzitutto un nome: “Giuseppe Saronni”. Quando nell’82 ha vinto il mondiale in Inghilterra per me è stata un’emozione grandiosa. Hai mai visto il video che ritrae la cosiddetta “Fucilata di Goodwood”? Grandioso.

Quel giorno la nazionale italiana ha fatto un lavoro grandioso ed ha scritto la storia del ciclismo.
Poi ci sono stati tanti altri campioni come Moser, Pantani. Pensare che Moser è mio coetaneo.

Ho scelto di comporre la mie Scarpe Scritte® utilizzando non solo il disegno della mia bicicletta, ma inserendo delle parole simbolo per il mio “cammino” in bici, eccole:

Gelbison, Foresta Nera, Saronni, Il fascino della salita, Colnago, Mortirolo, Stelvio, Gavia, 1980.

Queste scarpe racconteranno sia la mia passione per il ciclismo che dei pezzi della mia vita relativi ai luoghi simbolo che hanno segnato questo mio percorso, questa mia scalata.