IL DITO, LA LUNA
E LE STELLE

La Storia

Questa storia cammina per raccontare un po’ di me, un po’ delle mie facce, un po’ della mia vita

Elisa Feola

UN PO’ DI ME
Ciao, sono Elisa e ho 39 anni. Penso che oltre a tutto quello che siamo e mostriamo di essere c’è una parte di noi che difficilmente lasciamo intravedere ma che portiamo quotidianamente in noi stessi e nel nostro cuore, che cammina con noi.
THEODORA

Rifletto spesso sul ruolo che ho nella vita e sul modo in cui mi vedono gli altri. Di ruoli ne ricopro diversi, così come sono diverse le persone con cui mi confronto ogni giorno. Quasi per gioco cercavo una similitudine in qualcosa o qualcuno per definirmi in qualche modo, ma oltre a sentirmi chiamare da quando sono nata nonna Teodora, per pregi e difetti, su questa cosa ho anche fondato un’azienda, non trovavo altro.
Un giorno, rispondendo ad una domanda di uno dei miei figli sulle diverse rotazioni della luna e del suo perché, ho trovato la risposta.

Ho iniziato a ruotare su me stessa girando contemporaneamente intorno ad un pilastro in salotto per cercare di essere il più esaustiva possibile su quella cosa così incomprensibile per il mio Gabriele, al che lui mi fa: “ho capito come fa la luna a girare in due modi diversi: sembra te quando fai due cose contemporaneamente!”.


La spiegazione è andata avanti con le varie posizioni che la luna assume tra il sole e la terra e quindi il perché delle varie “facce” che assume nel cielo.
 Il “sembra te” di Gabriele mi ha fatto ragionare su varie similitudini con la luna.

Anche se è sempre la stessa, la luna, noi ogni giorno ne vediamo una faccia diversa. Così ogni giorno e in ogni frangente della vita quotidiana, gli altri mi vedono in diversi modi.

Tutti possono vederla la luna, è sempre là, la stessa, alla vista vedono tutti la stessa immagine. In realtà che cosa ci sia sotto la crosta lunare lo sa solo lei o forse nemmeno lei. Noi vediamo solo quello che ci appare e giudichiamo solo il lato che vediamo in quel preciso momento, senza conoscere e senza farci domande sulla sua anima, sulla sua essenza. 
La luna non brilla di luce propria. E io con lei.

Il sole, la luce, per me è soprattutto la fede, ma ad accompagnarmi sempre c’è anche, forte, la luce che ho assorbito dagli insegnamenti e dall’esempio dei muri maestri di cui ho avuto l’onore di essere figlia e nipote per troppo poco tempo.

La luna se ne sta da sola, ma senza il suo doppio ruotare molte cose sulla terra non funzionerebbero. Non è megalomania, ma nel mio piccolo mondo, quello che vedo sotto la mia responsabilità, se un solo giorno decidessi di non fare nulla, di non saltare giù dal letto e di continuare a fare tutte le cose lasciate il giorno precedente, quasi niente andrebbe nel suo senso di marcia quotidiano.

La mia è una funzione vitale e fondamentale senza la quale i miei figli non sarebbero seguiti, nutriti, educati ed indirizzati al mondo; l’azienda Theodora non avrebbe più vita e seguito; la casa imploderebbe tra disordine e polvere e tutte le piccole attività che mi diletto a svolgere per hobby non esisterebbero più.


Riflettendoci, queste sono le cose già accadute con la tragica scomparsa di papà, quando ha smesso di essere il nostro, il mio, satellite. E a sentire le testimonianze di chi l’ha conosciuto, per amicizia, per lavoro, per molto o poco tempo, è stato satellite anche per loro.

Col tempo mi accorgo di quanto gli somigli e di quanto io abbia imparato da lui, dall’esempio del suo vivere, non solo dall’educazione impartita.
Mi piace pensare che ancora oggi mio padre sia al mio fianco per guardare con me la luna mentre la indico, e che sia tanto fiero di come sto vagabondando tra le stelle, cercando di raggiungerla.

 

PUNTA ALLA LUNA, MAL CHE VADA AVRAI VAGABONDATO TRA LE STELLE