LA VITA COME IN UN CAMMINO

La Storia

Ho trovato un senso profondo in questo, in quanto i cammini hanno in se qualcosa di intrinsecamente forte per il solo fatto che sono l’unione di più punti. Ci sono tappe più semplici e tappe meno semplici.

FRANCESCO SENATORE

La vita come in un cammino di Francesco Senatore

La mia vita è abbastanza piena e non è stato semplice scegliere delle cose in particolare.

Ho pensato ad un titolo per la mia storia ed è “La Vita come in un cammino”.

Nel tempo il mio rapporto con il camminare e con i cammini in generale si è evoluto molto. Dal mondo dell’escursionismo a quello dei cammini, questo alla fine diventa un po’ una filosofia di vita. Il tempo che passa è un po’ segnato dai cammini che fai, e quando lo vai a ripercorrere a ritroso, è come se ripensando ai cammini ripensi un po’ alla vita che hai vissuto.

Questa mia passione per il camminare, per i cammini, parte abbastanza da lontano. Nasce dal luogo nel quale sono nato che è Cava dei Tirreni. Da ragazzo guardavo le montagne che sovrastavano la mia città e pensavo di salirci sopra, quello che mi impressionava e mi affascinava al tempo stesso era l’unione tra questi due mondi, la montagna e il mare, due cose così diverse, eppure, così vicine. 


Vivendo a Roma non ho mai abbandonato quell’idea, ma ho fatto attività sportive come la pallanuoto ad esempio, nella quale per trentacinque anni ho fatto corsi da istruttore. Però nello stesso tempo ho iniziato a frequentare l’escursionismo, attraverso un’associazione ho sviluppato la mia passione per la montagna. Lì capii che dovevo far conoscere le montagne della mia terra ad altre persone. Insieme ad altri amici abbiamo iniziato a portare persone nelle nostre terre d’origine e abbiamo visto che la sensibilità cresceva. Partendo dalla mia terra ho allargato questa passione, prima al sud e poi un po’ a tutta l’Italia. Tutto questo succedeva prima che si iniziasse a parlare dei cammini, eravamo ancora in un ambito di escursionismo. Poi la mia vita è abbastanza cambiata, mi sono sposato, sono arrivati i figli. Ad un certo punto ho messo in crisi questa mia passione e questa crisi mi ha portato a lavorare molto di più con i ragazzi, con le scuole e quindi coinvolgere anche i miei figli già da piccoli in questo percorso.
È andata avanti così fino a che i miei ragazzi con consapevolezza hanno preso la loro strada, io però ero sereno, sapevo di aver dato un “imprinting”, una base, sulla quale loro avrebbero potuto costruire tutto il resto del loro percorso.

Tornando a me, dopo un po’ ho iniziato, insieme alla mia federazione, a lavorare alla creazione dei cammini. Ho trovato un senso profondo in questo, in quanto i cammini hanno in se qualcosa di intrinsecamente forte per il solo fatto che sono l’unione di più punti. Ci sono tappe più semplici e tappe meno semplici. Questa cosa ha “preso piede” e dopo qualche tempo insieme anche ad Elisa abbiamo lavorato allo sviluppo di diversi cammini. In particolare mi sono occupato di un cammino ma poi mi sono occupato anche di altri cammini.

La costruzione di un cammino è la scoperta di un territorio, cercare in quei luoghi un filo conduttore. Un cammino nasce grazie ad un filo che lega più tappe. Ad esempio, nel caso del Cammino delle Terre Mutate il filo d’unione era il fatto che nel cammino ci fossero luoghi che erano stati colpiti dal terremoto. Luoghi che avevano bisogno di un sostegno, di una conoscenza.
La creazione di un cammino è fatto dalla ricerca di tracce, di elementi che possono essere connessi in un filo di senso tra loro. É fatto anche di storie che si intrecciano e ti rivelano delle informazioni importanti proprio per lo sviluppo del cammino stesso.